Metamorfosi della terra

Immagini

“Questa terra violentata dal ferro dell’aratro, rovesciata dall’uomo che cerca in essa la sua vita e che, senza sapere, scolpisce le sue rughe, le sue speranze”.
(Mario Giacomelli, appunti manoscritti anni ’90, Courtesy Archivi Mario Giacomelli).

Paesaggi fotografati dalla collina. Giacomelli qui inizia a cercare i segni, le graffiature, e non più le superfici come agli esordi. Contrasta e sovraespone sotto l’ingranditore per aggiungere zone di un nero chiuso per decontestualizzare, per astrarre il paesaggio a una dimensione cosmica. Sono di questa serie anche le foto alla casa colonica quadrata in cima alla collina ripresa nelle diverse stagioni, anni e colture, scattate al Vallone (frazione di Senigallia). Dal ’55 al ’68 fotografa in prevalenza le colline di Arcevia (comune tra Senigallia e Sassoferrato) e di Sant’Angelo (frazione di Senigallia); dal ’60 all’80 soprattutto le colline di Montelago (frazione di Sassoferrato) e di Vallone.

“Giacomelli ripercorreva sempre gli stessi punti nella sua indagine sul territorio, si muoveva sulla zona centro-nord delle Marche, una cinquantina di chilometri quadrati. I suoi spostamenti su questo territorio circoscritto seguono due direttive: una va dalla costa adriatica verso l’entroterra (da Senigallia a Arcevia, sfruttando le varie diramazioni su questo tragitto), l’altra si sviluppa lungo la costa adriatica da Falconara a Torrette di Fano. La fotografia lo guida in luoghi precisi, e Giacomelli stesso ammette che con il “pretesto” di andare a fotografare sentiva di avere la possibilità di cogliersi dentro il paesaggio, e di accedere, tramite questo percorso geografico metafora di un viaggio esistenziale, anche a se stesso.”
(Mario Giacomelli. Sotto la pelle del reale, ed. 24 Ore Cultura, Milano 2011 / Mario Giacomelli. Under the skin of reality, Schilt Publishing, Amsterdam 2015)