Poesie in cerca d’autore

Immagini

Poesie in cerca d’autore sono le fotografie del periodo della maturità. L’artista essenzializza il suo stile a tal punto da sintetizzare tutta la sua poetica in scenari del Vuoto come spazio necessario per un’epifania. Qui appare il suo immaginario, e allora ferri contorti su un muro corroso sembrano portare in sé un gran dinamismo e mistero, come disegni animati, di figure umane che prendono forma proprio qui e ora. “Ogni fotografia è un racconto”, diceva il maestro Cavalli. “Le fotografie sono da concepire nella loro unità, come un racconto” sosteneva Crocenzi. Peccato questi non abbiano potuto vedere gli sviluppi a cui il giovane Mario Giacomelli, ormai invecchiato, seppe arrivare.

I soggetti sono fili di ferro e muri corrosi di un immobile dismesso e abbattuto dal tempo, emanazioni di un c’è stato. Tutto è teatro, e la foto pura invenzione. Esiste solo ciò che il nostro sguardo può vedere. Materie del passato nidificano tra le crepe dei muri mentre “tutto diventa altro”, come scrive Giacomelli in un suo appunto.

Il bianco mangiato su cui contrasta il nero chiuso dei ferri (così chiuso che anche le ombre sono materiche) elimina il superfluo e apre lo spazio al movimento. E i ferri assumono sembianze antropomorfe molto più leggere di quelle del Motivo suggerito dal taglio dell’albero del ’66. 

Prima dello scatto, ore di preparazione dello scenario, minuziosamente ricreato: il materiale ritrovato sul posto acquisisce la forma interiore del fotografo (una rivisitazione performativa negli anni ’90 del Nouveau Réalisme?): la gestualità dell’artista è tangibile.