La terra che muore (o Storie di terra)

Immagini

In questa serie, una casa colonica è ripresa dalla collina di fronte, tra i campi coltivati delle colline marchigiane di Sant’Angelo, frazione di Senigallia. Giacomelli riprende il paesaggio nel mutare delle stagioni, nel passare degli anni. La morfologia del territorio, che nel corso dei decenni segue i cambiamenti delle tecniche agricole con l’avvento dell’agricoltura intensiva, documenta il deterioramento di un territorio che perde compatezza e stabilità, si sfalda, frana e perde fertilità, muore. Nelle foto degli anni ’50/60 sono presenti i covoni di grano e una grande varietà di colture che creano geometrie e segni, destinati a diradarsi fino a scomparire negli anni ’70/80.

“Attraverso le foto di terra io tento di uccidere la natura. Cerco di togliere quella vita che le è stata data non so da chi ed è stata distrutta dal passaggio dell’uomo, per ridarle una vita nuova, per ricrearla secondo i miei criteri e la mia visione del mondo. La natura è lo specchio entro cui io mi rifletto, perché salvando questa terra dalla tristezza della devastazione, voglio in realtà salvare me stesso dalla tristezza che ho dentro. A volte ho addirittura usato un negativo scaduto, uno strumento già morto, proprio per accentuare questa sensazione, ottenendo un effetto di neri che diventano tutt’uno con le zone intorno”
(Mario Giacomelli, appunti manoscritti anni ’90, Courtesy Archivi Mario Giacomelli)