Passato

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Serie ispirata alla poesia Passato di Vincenzo Cardarelli. Iniziata nell’anno in cui muore la madre, Giacomelli vi lavora per quattro anni.
Giacomelli ripercorre i luoghi della sua vita, portandovi il suo “alter ego”, una giovane donna, sua parente, protagonista della serie dalla forte carica autobiografica. In questi scatti è forte la tensione di Giacomelli verso l’Unità: l’annullamento del divario temporale degli eventi, gli elementi che riemergono dal passato, come i lunghi capelli fluttuanti o i rami spogli della vecchia serie Caroline Branson da Spoon Riverche vanno a fondersi con la protagonista. I capelli al vento ripetuti nelle due serie fanno parte della storia famigliare dell’artista, essendo i capelli della figlia Rita (inizi anni ’60). Il volto e il corpo del soggetto spesso si ripetono identici attraverso la sovrimpressione, fondendosi di volta in volta con diversi luoghi del passato. Echi in un gioco di specchi.

Giacomelli scrive negli anni ’90: “Il linguaggio diventa l’ambiente entro cui l’immagine respira. Ho una visione dei tempi ove mi sento dentro, ho la certezza del mio essere inerte, c’è come uno smarrimento. L’immagine è un prodotto di una forza interiore senza volto che esplode dentro lo spazio. Cambio la realtà per dare un senso al soggetto. Scompongo e ricompongo per significare.”
(Mario Giacomelli, scritti anni ’90, in Mario Giacomelli. Sotto la pelle del reale. Ed. 24 Ore Cultura 2011)